Tutta colpa della plastica

Ormai non si parla di altro: Recycling, Sustainability, Circular Economy.

Da alcuni anni ormai la plastica è sottoposta ad un vero e proprio attacco mediatico e viene colpevolizzata di essere nociva per l’ambiente e per l’uomo, sembra quasi che basta eliminare la plastica per ridurre l’inquinamento.

Spesso vediamo sulle riviste, oppure in tv, immagini in cui si evidenziano spiagge e mari infestati da sacchetti, contenitori, bottiglie ed altri oggetti in plastica.

Ci sono poi le pubblicità di alcuni prodotti che si promuovono come alternativa ecologica alla plastica; ne è un esempio il contenitore in tetrapak che viene sponsorizzato come alternativa appunto alle bottigliette in PET.

Questi contenitori sono fatti di un materiale denominato “poliaccoppiato”, cioè costituito da vari materiali. Il tetrapak è costituito da strati di carta, plastica e alluminio non separabili in casa e quindi non differenziabili singolarmente a monte della raccolta differenziata.

Questa caratteristica, causa vari problemi nella gestione del rifiuto, sia dal punto di vista impiantistico che dal punto di vista del consumatore che non sempre sa dove buttare il contenitore.

L’industria del PET riduce il suo impatto ambientale con il riciclo, un vantaggio è dato ad esempio dalla riduzione dell’utilizzo di materie prime: si possono realizzare nuove preforme per bottiglie con circa il 35% di rigranulato, con un conseguente risparmio sulla materia prima che sarebbe stata utilizzata per produrre nuovo granulato. Inoltre, il riciclo della plastica richiede l’88% di energia in meno rispetto alla produzione di plastica da nuove materie prime

Allora, da dove nasce la guerra alla plastica?

Nasce dalla scarsa o totale mancanza di informazione, nasce dalle pubblicità ingannevoli, nasce dalla mancanza di responsabilità di alcune persone.

Vorrei soffermarmi proprio su quest’ultimo punto.

Quando vediamo le sopracitate immagini del mare e delle spiagge ricoperte di rifiuti dovremmo porci delle domande: come ci sono arrivati lì tutti quegli oggetti? Chi li ha abbandonati? Di chi è la colpa di tale degrado?

La colpa, capite bene, è di chi ne fa un uso improprio.

Se la plastica “inquina” è perché l’uomo la getta nei mari o la abbandona ovunque.

La plastica è un materiale economico ma allo stesso tempo prezioso ed utile, e deve essere usato senza inutili sprechi.

Molto si sta facendo a livello politico e normativo, così come a livello informativo e tecnico-produttivo.

Ultimamente mi è capitato di assistere a convegni sul mondo delle materie plastiche e vedere con piacere la partecipazione ed il coinvolgimento di scolaresche.

Molte sono le aziende che stanno puntando sul riciclo delle materie prime, producendo già da qualche anno materiali come il R-PET, contribuendo così alla riduzione delle emissioni di CO2 e riducendo significativamente il numero di oggetti che finiscono in discarica.

Ci sono inoltre aziende che recuperano le reti da pesca abbandonate sui fondali marini per poi riconvertirle in nylon da riciclo per l’utilizzo in vari settori, tipo quello tessile o automotive.

Il nostro traguardo deve essere quello di diminuire il più possibile la quantità di plastica che viene smaltita nell’inceneritore, per portare la maggior parte dei rifiuti plastici ad un costante e sempre più riutilizzo e riciclo, per una sempre più Circular Green Economy.